Soprannominata “la Firenze del sud”, Lecce è il capoluogo del Salento.
Denominatore comune dell’esuberanza barocca peculiare della città, è la pietra leccese, tanto morbida e friabile che i maestri scalpellini poterono realizzare ricami raffinatissimi che raggiungono l’apice della bellezza nella facciata della Basilica di Santa Croce per poi continuare nell’abbraccio sacro della spettacolare piazza Duomo dove svetta il campanile e si affacciano il vescovado e il bel palazzo del Seminario.
Forza e imponenza, invece, caratterizzano il suo castello riedificato per ordine di Carlo V su progetto di Gian Giacomo dell’Acaya mentre l’Anfiteatro Romano adiacente la centrale piazza Sant’Oronzo regala un suggestivo affaccio sulla storia che ha attraversato la città.
Basilica di Santa Croce
La Basilica di S. Croce, nel luogo e nell’aspetto che noi ammiriamo risale al 1548, ma la sua storia, insieme all’annesso Convento dei Padri Celestini è ben più articolata. Due secoli prima, nel 1352, il conte di Lecce e duca d’Atene, Gualtieri IV di Brienne introdusse in città l’Ordine dei Celestini (che aveva preso il nome dal fondatore Papa Celestino V, al secolo Pietro da Morrone) facendo accordare al vescovo Roberto de’ Noha e dal Capitolo della Cattedrale un’area che includeva la chiesa della Santa Croce.
Chiesa Sant’Irene
La Chiesa di Sant’Irene dei Teatini è una chiesa di Lecce, intitolata a Sant’Irene da Lecce, che fu patrona della città fino al 1656. Fu edificata a partire dal 1591 su progetto del teatino Francesco Grimaldi. La chiesa conobbe importanti vicende storiche: nel 1590 raggiunse Lecce, per visitare la casa dei suoi confratelli, Andrea Avellino, in seguito proclamato santo; nel 1797 venne visitata da re Ferdinando IV di Borbone.
Piazza Sant’Oronzo
Il salotto elegante di Lecce è Piazza Sant’Oronzo, in parte occupata dall’Anfiteatro romano del I-II secolo d.C., riportato alla luce all’inizio del Novecento. Nella piazza s’innalza la colonna, donata dalla città di Brindisi per cercare di adornare la spoglia piazza, con la statua di Sant’Oronzo, protettore della città. Di fronte alla statua si trova l’armonioso palazzetto del Sedile, antica sede del Municipio, dove il sindaco riceveva la cittadinanza.
Palazzo Adorno
Fra i palazzi del Cinquecento leccese, il più bello è sicuramente quello degli Adorno, o dei Loffredo-Adorno, situato in Via Umberto I, di fronte all’ex convento dei Celestini. Su disegno dell’architetto Gabriele Riccardi, esso fu costruito intorno al 1568 dal genovese Gabriele Adorno, generale della marina imperiale di Carlo V.
Duomo di Lecce
Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell’Episcopio, mentre l’altro guarda l’ingresso della piazza. La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa.
Palazzo Vescovile
Mons. Girolamo Guidano, patrizio leccese dell’Ordine dei frati Minori Conventuali e vescovo di Lecce da 1420 al 1425, costruì l’Episcopio ed il vasto Cortile (Piazza del Duomo) circondato da edifici e botteghe e lo chiuse con un grande portone di rovere, sormontato da un orologio. Sul frontespizio d’ingresso furono scolpite le insigne dei Conti di Lecce e dei principi di Taranto.
Chiesa di San Matteo
La Chiesa di San Matteo, è una chiesa barocca del centro storico di Lecce. Fu costruita nella seconda metà del Seicento, sui disegni di Achille Larducci, per le Terziarie Francescane. Riedificata dalle fondamenta, essa sostituì un’antica cappella quattrocentesca dedicata sempre al santo apostolo, cui era annesso un convento di Terziarie Francescane.
Anfiteatro Romano
L’anfiteatro romano di Lecce è un monumento di epoca romana situato nella centralissima piazza Sant’Oronzo. Per dimensioni risulta essere tra le più importanti testimonianze romane di tutta la Puglia.
L’anfiteatro romano, insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae, l’antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. La datazione del monumento è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l’età augustea e quella traiano-adrianea.